mercoledì 8 ottobre 2008

500 anni di storia, 500 di scoperta, 100 di mito

500 anni di storia, 500 di scoperta, 100 di mito
di Giovanni Ottelli


Capitolo primo

Egitto: l’unificazione dell’antico Egitto permise la
sistemazione di terreni adibiti a coltivazione, grandi
aree desertiche o paludose vennero bonificate ed
adibite alla coltivazione di cereali ed ortaggi,
sinergendo nella pastorizia e nella pesca. Le acque
del Nilo fertilizzarono il deserto, crebbe il fabbisogno
alimentare. In questo periodo nasce il culto del
Faraone, sempre presente ed onnipresente, la sua
comparsa fastosa, la sua residenza eccelsa, la sua
vita post-terrena immutabile nel tempo. Le arti
ricordano e ricorrono le sue clamorose ed imperiose
gesta, le battaglie, le onoranze, l’astralità.
Si raffigura il percorso delle tenebre nel mondo
dell’oscurità, con uno stile che rimase imperturbabile
per millenni: corpi rigidi, schemi volumetrici, spazio
del costruito in rigide proporzioni volumetriche a
gerarchia sociale. La rappresentativa composita non
prospettica, ma ortogonale. Tale metodo espressivo
influenzò gli Assiri, evidente l’utilizzazione della
metodica nella scultorea del Leone; nella vista di
fronte si evidenziano le gambe anteriori, nel profilo
si nota la zampa traversa, la prima immagine
conferisce stabilità e sicurezza, la successiva oltre a
rendere più dinamica la composizione conferma la
potenzialità offensiva, fenomenica contro culti e
genti diverse. Nello scorcio prospettico l’animale
possiede cinque zampe.
Periodo Menfita: fiorisce l’arte funeraria e la
pittura tende al naturalismo, ma è frenata dalla
composizione statico-dogmatica richiesta a Corte.
Nell’architettura, Imotep, evolvendo le Mastaba
(tombe dei funzionari delegati) cerca di attuare la
tomba per il Faraone, bella storica percettiva.
Dapprima la piramide è ottenuta per sovrapposizione
di serie di Mastaba decrescenti, successivamente
viene adottata la soluzione classica liscia, sinonimo
di perfezione della percettiva e del senso d’im-
mortalità eterna che idealizza il dio-sovrano.
Periodo del Regno (2000 a.C.): appare la statua-
cubo, le figure umane vengono incise nella pietra
accovacciate, il corpo nascosto dalle vesti.
In evidenza rimangono viso, mani e piedi. Si tratta
di una metamorfosi sociale; in questo periodo
definito di benessere e progresso fioriscono le arti
minori, il mosaico, l’oro, lo smalto, la ceramica.
Periodo del nuovo Regno (1600 a.C.): molte
pitture ad indirizzo naturalista nella Valle dei Re
rappresentano grazia e delicatezza; si rappresentano
la vita sociale, la caccia, la pesca.
Periodo Saita (650.a.C.): si cerca di far rivivere il
concetto storico iniziale del primo periodo, le
rappresentazioni esprimono la volontà di far rivivere
le forme dell’antico impero denotate da fondi chiari
nella pittura, naturalmente non arrivando alla
vigorosità del passato. Nelle opere minori, durante il
regno di Amenfi IV, il paese ebbe un pieno sviluppo
espressivo naturalista, successivamente ripudiato
dalla medesima oligarchia egizia. Opera notoria di
questo periodo è la famiglia reale dipinta in
scenografia naturalista; nonostante
il riserbo dell’immagine reale, la visione naturalista è conside-
rata volgare e pericolosa da esporre.
Tutankhamon rinnegò il naturalismo realista e
distrusse molte opere che proponevano innovazione
sociale. Nel concetto del doppio, la statua è
personificazione vivente nelle sue funzioni
teocratiche. La statua “il Faraone”, circondato dai
propri vassalli di corte collocati come doppi nella
composizione, comandano e osservano dall’aldilà,
sia nel presente storico che in un probabile futuro,
garantendo agli spettatori la benevolenza degli astri,
che sfocerà nel monoteismo. Le vedute ortogonali,
convenzione per la figura umana, sono un modo di
volgere al pubblico esemplificando la propria
integrità strutturale e personale. Tale forza espres-
siva sarebbe oscurata da una visione prospettica e
non confacente al codice etico religioso dell’antico
Egitto. Nel medesimo tempo, con uguale principio
filosofico, la scultura traduce in immagine primaria
semplice (quadrato, cerchio, triangolo), senza che
alcuna linea mossa intacchi lo schema compositivo.
Nel concetto del doppio si teme che la
rappresentazione del nuovo possa instaurarsi nel
doppio reale, realizzando quindi uno sviluppo del
suddito. Le rappresentazioni di carattere celebrativo
assumono jeratismo dogmatico e, nonostante la
tendenza naturalista dell’artista artigiano, la
richiesta di corte lo porta verso un astrattismo
stilizzato, ritenendo volgare il naturalismo che
infrange lo spettatore con l’illusione del reale.
Creta: contemporaneamente ai grandi imperi
centrali assiri ed egizi, nel mar Egeo fiorisce la cul-
tura mediterranea. Società di tipo autoritario, con-
servatrice, ma contraria ai formalismi di corte e in
genere all’arte funeraria. Questo agire diversamente
sui dogmi liberalizza la psiche, che alimentata da
scambi etnico commerciali e interpersonali dovuti al-
la favorevole posizione geografica, sfocia in
un’espressione artistico-pittorica bellissima. Qui la
tecnica sposa il non-spazio asiatico, approdando ad
una coloristica tonale propriamente mediterranea e
tutt’ora presente in artisti internazionali. L’immagine
pittorica diventa immagine di vita, ed impone al
presente un ordine evolutivo. Oltre alla visione
ortogonale, si determina nella figura l’individualità di
cogliere il movimento personale (nascita del
concetto di cittadino), differenziando gli uni dagli
altri con bellezza propria. Nel periodo di maggiore
evoluzione, a Knosso, si vivacizzò un’evoluzione
espressiva fantasiosa. Antecedentemente lo stile era
influenzato dal geometrismo neolitico, seguito dal
periodo Arcaico tendente al modulo ripetitivo.
Dapprima forme statiche percettive, succes-
sivamente esse si alleggeriscono nel realismo,
diventano poi volatili per rinchiudersi quindi in un
rigido astrattismo mentale. Anche la scultura, che
possiede la terza dimensione, è usata come la
pittura mezzotono, in bassorilievo gli interlocutori.
In architettura, la disposizione casuale del costruito
senza regole apparenti sbalordisce l’etica greca, in
latino labirintus esplica caos o intrigo caotico, da cui
è difficile districarsi o trovare l’uscita, mentre per i
cretesi vuol dire palazzo. A Creta si costruì il primo
teatro, le donne si cimentano in molteplici attività,
dal pugilato alla tauromachia: questa espressione
artistica spiega il passaggio da suddito a cittadino,
metamorfosi sociale ove inizia lo stato di pensiero
individuale, propulsore dello stato di diritto. Le figure
pittoriche vengono normalmente dipinte a due toni,
più chiare le donne, che generalmente vivevano
più appartate. I palazzi non avevano bisogno di
fortificazione, ma declinavano dai colli alternando
piazze, scale ed abitazioni. Il palazzo è la vita della
città, polo mercantile ed affaristico, politico e
religioso, modello storico assimilato dalle città stato
(polis) greche. Le pitture sono piatte e profilate, la
tonalità è luminosa ed il contorno è stilizzato e
ritmico: non spazio asiatico a sfondo mitologico
naturalista con luce mediterranea.
Nella civiltà Micenea si evidenziano temi a carattere
manifatturiero-metallico, la città è contornata da
fortificazioni, dato che il mare, essendo Micene sul
continente, non la proteggeva come l’isola di Creta.
Penisola greca: le genti greche ebbero molti
legami con varie culture – sumera, assira, fenicia,
cretese. Inizialmente sulla penisola ellenica e sulle
coste dell’Asia minore si stanziarono tribù miste –
Ioni, Achei, Dori. I Dori, arrivati per ultimi, non
assimilarono dalle civiltà preellenistiche, ma di-
sposero un ordine diverso che ebbe massima
espressione e fusione espansiva nella città di Atene.
Le correnti che si susseguirono dopo la fase Arcaica
sono la Dorica e la Ionica, la prima esprime una
massa di movimento appena accennato, la seconda
grazia, eleganza e leggerezza. L’arte Attica di Atene
è caratterizzata da un plastico chiaro e scuro che
alleggerisce la struttura Dorica senza affievolirne la
forza. Il risultato è un equilibrio doverosamente
sistematico; analogo alla forma sociale democratica
influenzata dal potere aristocratico. Democrazia
verso un naturalismo progressista, aristocrazia che
si manifesta in forme rigide, arcaiche, conservatrici.
Nel primo periodo classico l’equilibrio e la misura
filtrano passioni, movimento e forza. Nel secondo è
più evidente il naturalismo pagano o non spirituale.
Politicamente, in questa fase la borghesia sostituisce
le proprie virtù di scienza e cultura con quelle
familiari della aristocrazia. Sono questi i “Bit”
informativi che il libero cittadino greco pagante i
tributi può acquisire da dotti e studiosi. Le verità
provvisorie della scienza e della medicina non sono
più tangibili come la matematica, ma sono ora
sottoposte a costante ed oggettivo sviluppo. Il
metodo della proiezione ortogonale viene tralasciato
dai greci, la struttura prospettica, il movimento ed il
volume sono i temi di considerazione per artisti ed
artigiani. La pittura greca murale è praticamente
inesistente, mentre si hanno nel vasellame disegni e
decorazioni bellissime, come gli scorci prepro-
spettici generalmente a due colori. In una Grecia
geograficamente rotta fra est e ovest, il cittadino
poteva acquisire dalla società civile molte nozioni
scientifiche, partecipò quindi alla diffusione della
scienza, della filosofia: l’uomo cittadino può, per la
prima volta, controllare tramite la propria ragione la
religione non più giustificatrice di potere assoluto.
L’Olimpo è il modello di pensiero pseudo-aninista
mitologico: Giunone è terra e madre, Giove è il sole
ed il fuoco, Nettuno è padre, acqua, madre; con la
considerazione di altri agenti atmosferici si pone la
similitudine comparativa con l’antica teoria del vuoto
e pieno, l’equilibrio, il tao, lo ying e lo yang,
Aristotele, Platone, naturalmente con l’animismo
tipico delle culture semistanziali del bacino
mediterraneo. Oltre ad innalzare statue ai potenti
dei protettori per la società, nella quotidianità,
furono venerate divinità legate al mondo allegorico e
contadino, le passioni sorte dalle acque, Mercurio
postino degli dei e protettore dei commerci. Il dio
Bacco oltre che protettore della campagna e dell’uva
è da collocare come tramite spirituale al mondo dei
sogni e dell’aldilà, allo spazio tempo. Nella filosofia
l’uomo greco cerca la verità, la ragione, il concetto
con la forza del pensiero, non attraverso il mito della
religione. Pitagora e Socrate sviluppano la ricerca in
molteplici direzioni: Platone influenzerà le arti
figurative, proponendo simboli riferimento di realtà,
l’insieme di fenomeni da studiare e coordinare in
sistema unico. Grande sviluppo della filosofia è da
accreditare ai Fenici che insegnarono l’alfabeto.
La scienza osserva, cerca di scoprire leggi mate-
matiche, l’astronomia, la geometria e l’ottica sono in
grande sviluppo, l’anatomia perfetta cerca il bello
ideale proporzionato, la matematica può progettare
intere città, nasce l’urbanistica. La cultura greca
realizza la commedia e la tragedia a completa
espressione di danza musica e poesia.
Etruschi: la pittura etrusca è complemento delle
tombe. La tecnica del dipinto, il mezzo fresco (strato
sottile di intonaco); i temi vogliono sostituire lo
spettacoloso mondo dei vivi, infatti prevalgono scene
di costume, musicanti, danzatori, ginnasti. Si tratta
di scene di vita sociale, raffigurazioni mitologiche
minori derivate dalla pittura del vasellame.
Il realismo delle opere è nell’accentuazione della
mimica espressiva e nell’intensificazione coloristica
che determina carica emotiva e vitale. Si vuole
rompere l’oscuro sepolcro con immagini vive
socialmente, cercando di stimolare i morti,
stimolando così il proprio interesse per la vita.
La pittura etrusca parla forte, forse a scapito della
qualità pittorica, smovendo la condizione precaria tra
essere e non essere. 5000 anni fa, nel 3000 a.C.,
grandi civiltà si stanziarono nel Mediterraneo; in
Europa il modello evolutivo fu dapprima paleolitico,
e successivamente neolitico: la civiltà Villanoviana si
sviluppa in Italia centrale; nel cuore di questa
società si sviluppa l’arte etrusca (700/400 a.C.), che
fu di breve durata, e nonostante le varie influenze
essa si differenzia per una carica di vitalità
esasperata, contrariamente a quella greca che
spiritualizzava con regole di armonia, di ordine ed
individualità. Le pitture etrusche sembrano un’ap-
parizione realista, immagini leggermente stilizzate,
dalle quali traspare un forte legame con l’oltre-
tomba. Per gli etruschi la medesima vita terrena era
tappa iniziale verso la vita eterna che inizia con la
morte, in contrasto con l’incerto Olimpo greco. L’arte
etrusca esalta la sicura materialità, accenna aspetti
senza preferenza per il bello ideale, l’arte esprime
una concezione anticlassica, gusti ed atteggiamenti
dell’epoca contemporanea. La civiltà etrusca è ligia
alle proprie tradizioni perché impregnata da un
profondo senso di dualismo vita-morte.
Arte storia società funzione dell’arte.
L’espressione è invenzione artistica: l’artista e la
propria cultura sono compartecipi; la perdita della
funzione pratica dell’arte inizia nel 1800 d.C. Fattori
principali sono la fine delle monarchie e delle corti;
con la nuova era si sviluppa la diffusione in massa di
oggetti prodotti in serie, le riproduzioni d’immagine.
Tuttora in altri continenti ed in modelli preindustriali
l’immagine originale continua ad illustrare come in
passato il presente quale immagine di contem-
poraneità alla storia ed a funzioni magiche o
religiose. L’arte come riflesso della storia legata
all’ambiente sociale. Esistono naturalmente moltepli-
ci forme d’arte, diverse però ugualmente valide ai
presupposti paradigmi cultuistici e culturali. Nella
preistoria era pratica propiziatoria per la caccia e per
pesca; nella cultura della Mesopotamia, egizia e
romana fu strumento di celebrazione del sovrano.
L’arte ha favorito il diffondersi del Cristianesimo, in
periodo di analfabetismo rinascimentale l’arte è
strumento di diffusione culturale. Nel 1600 d.C.,
l’arte servì la chiesa, la sfarzosità Vaticana, in
contrasto con le chiese riformate. Tesi antitesi del
Bernini-Borromini, nel 1700 d.C. l’arte celebrò il
potere di Versailles; il neoclassico da gesta e sfarzo
a persone del presente, instaura la retorica, idealizza
gesta passate storiche determinate.
Ruolo dell’Artista: trasformandosi la funzione
dell’arte si trasforma il ruolo dell’Artista, l’artista
stregone ammirato e temuto per presunte facoltà
sovrannaturali, artista dignitario di corte, anonimo
tecnico capace di realizzare opere, gloria, gesta
imprese, artista che fabbrica gioielli, decora chiese,
da vita a forme grezze, collabora assieme alla
comunità alla costruzione di cattedrali. Verso il 1400
d.C. afferma la propria individualità di uomo di
cultura, scienziato, musicista, poeta, e successiva-
mente, fino al 1800 d.C. opera come intellettuale di
corte, professionista a servizio degli ordini ecclesia-
stici. Successivamente il mercantilismo coloniale ri-
versa nelle banche denaro borghese, nasce la figura
dell’artista borghese, non voluto dalle corti, sempre
meno cercato dalla chiesa, per vivere deve vendere
la propria forza lavoro o la propria arte, si sviluppa
un mercato basato sulla domanda e sull’offerta.
Gli artisti più conosciuti e quotati di solito sono
anche indirizzati da recensioni critiche ed operazioni
finanziarie.
Arte rupestre Camuna
Nel centro della valle Camonica è situato il parco
archeologico chiamato “Naquame”. La Valle
Camonica è dislocata su tre livelli, da 200 a 2000
metri. Nella parte centrale vi sono migliaia di
incisioni rupestri, immagini rituali, attività economi-
che, proprietà, arnesi; alcune rappresentazioni sono
schematiche, altre accennano movimento, alcune
di aspetto naturalista, alternando interesse alla
globalità della forma ed al particolare. Il concetto
figurativo variò da figure isolate ad immagini
descrittive narrative ed evolutive: animali, armi ed
oggetti. Il simbolismo varia col variare degli
interessi; elementi quotidiani comuni nei vari
periodi: la caccia, i riti funebri; elementi variabili:
carri, aratri, armi, utensili da lavoro. L’associazione
costante fra stili ed indici figurativi è l’elemento di
ricerca e suddivisione temporale cronologica. L’arte
Camuna per la propria dislocazione geografica
culturale, rappresenta come una scheda storico-
visiva indelebile il passaggio fra Paleolitico e
Neolitico. Il simbolismo riflette realtà psicologiche,
che cambiando determinano le cosiddette
fasi
evolutive. All’inizio i soggetti incisi sono isolati,
l’unità pittografia figurativa si identifica in un
disegno schematico, successivamente le figure
isolate vengono raggruppate con uno schema
compositivo rudimentale. Scene composte e com-
plesse sono in fase formativa, si intuisce un senso di
unione simbolica. Muta il concetto, il disco solare
viene abbellito da raggi, la posizione del gruppo
è ancora statica, il carattere compositivo ancora
al livello primitivo individualista. Appaiono scene
topografiche ortogonali, le scene di animali e le
composizioni complesse stanno gradatamente svi-
luppandosi, dando inizio alla terza fase, l’ulteriore
possibile suddivisione fra fase evolutiva e matura. Si
constata una composizione monumentale a parete
verticale, con aspetto armonioso e simbologia socio-
spirituale definita, le rappresentazioni più comuni
sono disco, pugnali triangolari, asce ed alabarde.
Nella successiva maturità si notano scene più pic-
cole a carattere rituale magico, piani urbanistici,
combattimenti. Inizialmente le incisioni sono immo-
bili e rigide, con senso assoluto, pongono l’artista
fuori dal tempo, mentre nella maturità sociale l’arti-
sta raggiunge un alto schema figurativo ed un
radicale mutamento di concetto. Armi ed utensili
dapprima rappresentati da soli, ora appaiono in uso
pratico comune. Le scene aumentano come aumenta
la società e la relativa simbologia magico religiosa;
le incisioni diventano immagine del quotidiano e del
privato dell’intera società. Le serie di incisioni do-
mestiche - cani, ovini, caprini - sono distinte e
posseggono una grande attenzione al particolare.
Naturalmente l’arte espressa nella zona è permea-
bile ed inquadrabile in un contesto più ampio e
generale dell’età della pietra Europea. L’uomo
primitivo appare probabilmente attorno a 7/9000
anni fa, da gruppi semi nomadi Paleolitici del bacino
del Mediterraneo. Tali popolazioni, durante i cambi
stagionali, sostavano periodicamente in luoghi pre-
stabiliti e cacciavano. Contemporaneamente altre
culture erano in un modello di vita sociale diverso.
Nel secondo periodo i ragguagli tecnici tramite le in-
cisioni sono dati da armi ed alabarde; successiva-
vamente sono i pugnali triangolari a pomo lunato,
riscontrabili nella cultura di Remedello: siamo nella
prima età del bronzo in Italia settentrionale; aumen-
tano le relazioni con Micene ed il Mediterraneo.

Maggiori dettagli http://www.lulu.com/content/4247295

NO STRESS

NO STRESS
di Gioia Camilla Bennati




Capitolo primo

Stress
L’imprevisto, il ritardo, ma anche la ripetitività e la
puntualità ci richiedono costantemente comportamenti
adeguati. Può accadere però di sognare di cadere, di avere
perso l’aereo o di non orientarsi in un luogo che dovrebbe
essere familiare. E’ stress?
La parola stress deriva dal linguaggio inglese dell'inge-
gneria, ed è usata per indicare la forza che viene applicata
ad un corpo, ma che non lo deforma; indica quindi
un’energia, uno sforzo a cui si sa opporre resistenza e che
dalla forza applicata riceve un’indicazione di quanto si
sappia opporsi.
Lo stress è importante, perché consente all'organismo di
sviluppare sistemi di resistenza, capacità di adattamento e
di opposizione alle situazioni che la vita ci richiede quoti-
dianamente.
Teoria della rabbia inespressa
“L’esperienza emozionale correttiva …. “
(Franz Alexander)
Le teorie psicologiche spiegano la risposta allo stress come
sviluppo di disturbi psicofisiologici chiamando in causa
fattori quali gli stati emozionali inconsci, i tratti della
personalità, le valutazioni cognitive e le personali strategie
di reazione. Secondo le teorie psicoanalitiche a dare origine
ai disturbi psicofisiologici sono conflitti specifici e stati
emozionali negativi ad essi associati.
Fra i teorici della psicanalisi che hanno studiato i disturbi
psicofisiologici, Franz Alexander (1950) è probabilmente
quello che ha avuto un rilievo maggiore. Nella sua
concezione, i diversi disturbi sono il prodotto di stati
emozionali inconsci, specifici per ciascun tipo di disturbo.
Gli impulsi ostili repressi creano uno stato emozionale
cronico che è responsabile dell'ipertensione.
Se gli impulsi ostili continueranno a non essere espressi, di
conseguenza, aumenteranno di intensità e si svilupperanno
misure difensive ancora più forti per mantenere il controllo
degli impulsi aggressivi repressi. Alexander elaborò la
“teoria della rabbia inespressa” o “teoria della rabbia
trattenuta” in base alle osservazioni compiute su pazienti
sottoposti a trattamento psicanalitico.
Capacità di Coping
Lo stress è un potente agente patogeno e quando viene a
mancare la capacità di farvi fronte il rischio è quello di
sviluppare qualche forma di sofferenza psicologica e fisica.
Le strategie di reazione di un individuo allo stress vengono
definite coping; questo termine si riferisce alle strategie,
più o meno efficaci, che ognuno di noi utilizza in situazioni
stressanti. Sono state svolte molte ricerche per misurare la
tolleranza allo stress e “la capacità di coping” di persone
diverse per età, sesso o cultura, ed in particolare di soggetti
che soffrono di una patologia fisica.
I risultati sembrano confermare che i soggetti in grado di
affrontare le situazioni difficili subiscono minori effetti
negativi, mentre le persone che tendono ad utilizzare
comportamenti di evitamento, negazione e disimpegno
soffrono maggiormente quando lo stress è inevitabile,
peggiorando ulteriormente la propria condizione.
Oltre alle “capacità di coping” esistono altri fattori in grado
di ridurre lo stress; uno di questi è il sostegno sociale.
Il sostegno sociale funzionale
La rete di relazioni sociali di una persona è composta
quantitativamente dal numero degli amici che possiede, ma
anche dalla qualità delle relazioni madre, padre, fratelli,
sorelle in particolare.
La qualità delle relazioni sociali - sostegno sociale
funzionale - fa riferimento per esempio al fatto che una
persona ritenga di avere amici a cui rivolgersi in caso di
bisogno (Cohen e Wills, 1985).
Le persone anziane con molti amici o parenti tendono ad
avere un’esistenza più lunga e felice rispetto a soggetti che
sono più isolati.
Analogamente alcune ricerche dimostrano che un livello
più basso di sostegno strutturale e la frequenza di patologie
come l’infarto miocardico sono correlate (Ruberman e altri,
1984).
In che modo il sostegno sociale esercita i suoi effetti
benefici?
Una possibile spiegazione è che i livelli di sostegno sociale
favoriscono uno stile di vita più sano ed armonico, e che il
sostegno sociale (o la sua mancanza) potrebbe avere un
effetto diretto sui processi biologici. Lo scarso sostegno
sociale si associa, ad esempio, ad un aumento delle emozio-
ni negative che, agendo sui livelli di alcuni ormoni e
sul sistema immunitario, determinano una risposta meno
funzionale ad una situazione imprevista o ansiogena.
Teoria della debolezza somatica
Gli approcci biologici attribuiscono particolari disturbi
psicofisiologici a debolezze o ad iperattività specifiche di
certi apparati di organi nella risposta allo stress.
È possibile che l'influenza di elementi genetici, della dieta e
di altri fattori simili porti ad alterazioni della funzione di un
particolare apparato di organi, che di conseguenza, diviene
debole e vulnerabile allo stress.
Secondo la teoria della debolezza somatica, la correlazione
fra stress ed uno specifico disturbo psicofisiologico è nella
debolezza di un organo specifico.
Per esempio, un apparato respiratorio debole per costitu-
zione congenita potrebbe predisporre una persona a svilup-
pare l'asma come reazione allo stress.
Teoria della risposta specifica
“La differenza essenziale fra uomini e donne...“
(Simon Baron Cohen)
Secondo la “teoria della reazione specifica” ognuno
risponde allo stress in modo personale ed il suo apparato di
organi più sensibile allo stress è il candidato più probabile a
divenire sede di un successivo disturbo psicofisiologico.
Per esempio, una persona la cui risposta allo stress consiste,
tendenzialmente, nell'aumento della pressione arteriosa è
più predisposto a sviluppare l'ipertensione.
I fattori di stress hanno molteplici effetti sui vari sistemi
corporei: il sistema nervoso autonomo, i livelli ormonali e
l'attività celebrale.
Attualmente, una delle principali aree d’interesse è
costituita dal sistema immunitario, che può essere un
fattore determinante nello sviluppo delle malattie infettive,
del cancro, delle allergie e delle malattie autoimmuni come
l'artrite reumatoide, il cui sistema immunitario attacca il
corpo stesso.
È stato dimostrato che a produrre modificazioni nel sistema
immunitario sono vari fattori di stress: depressione e
perdita di persone care o di animali, incomprensioni della
coppia e divorzio, esami, test, selezioni, perdita del posto di
lavoro o anche un matrimonio, un’adozione, un membro
che si aggiunge al nucleo familiare (per esempio un cugino,
un nonno, una baby sitter o una badante), una cerimonia,
una premiazione, un concorso, una gara o una compe-
tizione sportiva.
Una ricerca ha confermato per esempio il rapporto tra stress
ed infezioni alle vie respiratorie. In questo studio un
gruppo di volontari assunse per via nasale delle gocce
contenenti un virus dell'influenza attenuato e si sottopose
ad una serie di test volti a misurare l'entità degli stress
recenti.
Il risultato fu che le persone che avevano subìto un forte
stress nel periodo più recente contraevano più facilmente il
virus dell'influenza, mentre quelle che non avevano subito
forti stress nell'ultimo periodo si dimostravano più
resistenti all'influenza (Cohen, Tyrell e Smith, 1991).
Disturbo post- traumatico da stress ( PTSD )
In origine questo disturbo venne individuato per giu-
stificare strane forme di ansia di cui soffrivano i soldati che,
al rientro da guerre lontane, non riuscivano a riadattarsi
alla vita di tutti i giorni.
In molti film americani il personaggio protagonista è un
reduce di guerra che non riesce più a ritrovarsi perché tutte
le notti sogna la guerra, è depresso e diventa alcolizzato o
qualcosa del genere.
Ma con il passare degli anni ci si è accorti che anche traumi
più frequenti e meno drammatici sono capaci di scatenare
reazioni che durano a lungo e cambiano la vita come un
terremoto, un’eruzione, una valanga, un uragano, un
inondazione, un fulmine o l’attacco di un animale (ragni,
serpenti, tori, topi, felini, cani).
A parte gli eventi atmosferici fuori scala, anche vicende
della vita come un incidente automobilistico o un
naufragio, oppure una rapina, un furto in casa, uno stupro
possono fare scattare, in soggetti predisposti, una grande
varietà di sintomi che si manifestano per lungo tempo.
Compare insonnia cronica, con brevi periodi di sonno,
interrotti da risvegli, con incubi e ricordi dell'avvenimento
traumatico. Il risveglio è doloroso, con sudorazione e
visibili tremori, e si sente la necessità di chiamare chi è
vicino per farsi rassicurare.
Segue una grave depressione, che viene vissuta costan-
temente con la paura che possano ripetersi le condizioni
scatenanti. Questa situazione non riesce a migliorare e chi
ne soffre ha un immaginario ridotto, non riesce ad
“immaginare” una risposta soggettiva diversa.

L’ansia
L'ansia (la cui etimologia latina richiama concetti quali il
sentirsi soffocare, stretti) è connotata da varie sensazioni
per lo più spiacevoli fra cui il timore, la paura,
l'apprensione, la preoccupazione, la sensazione che le cose
possano sfuggire di mano, il bisogno di trovare una
soluzione immediata e, nel caso di esposizione prolungata,
la frustrazione e la disperazione. Tuttavia l'ansia è
un'emozione naturale ed universale.
Generata da un meccanismo psicologico di risposta allo
stress svolge la funzione di anticipare la percezione di un
eventuale pericolo prima che sia sopraggiunto, mettendo
in moto specifiche risposte fisiologiche che spingono da
un lato all'esplorazione per identificare il pericolo ed
affrontarlo nella maniera più adeguata e, dall'altro,
all'evitamento ed all’eventuale fuga.
Questa caratteristica di interesse ed evitamento verso un
possibile pericolo si ritrova soltanto negli uomini e negli
animali superiori e favorisce la conoscenza ed un migliore
adattamento al mondo circostante.
Stress ed ansia possono sembrare simili, ma con effetti
molto diversi.
L'ansia non è considerata grave come lo stress.
Quando una persona dice di essere ansiosa, si prevede non
reagirà in un modo allarmato perché l'ansia è “normale” e
comune nella società moderna.
Molte cause di ansia possono essere considerate superflue.
Situazioni ansiose potrebbero sembrare minori per altre
persone.
Pertanto l'ansia è stata spesso definita come un’inutile
paura.
Tuttavia la persona ansiosa potrebbe non vederla in questo
modo.
Un esempio di ansia è una fobia e ci sono molti tipi di fobie.
Fobie sono semplicemente un timore non reale.
Alcune persone temono tutti i tipi di cose: animali, oggetti,
persone, alieni, spiriti e fantasmi.
L'argomento su questo tipo di ansia può non finire mai.
Nel tentativo di comprendere le persone che hanno gravi
timori per cose che ad altri sembrano irrilevanti, si scopre
che questa paura è creata o costituita nelle loro menti nei
confronti di un determinato scenario di percezione o di
pregiudizio.
In psicoanalisi la nevrosi si accompagna alla paura degli
animali sovrapponendosi all’elaborazione del tema edipico.
Ci sono molti modi in cui possiamo affrontare l’ansia, ma
non si può sradicare.
Per prima cosa è utile riconoscere che l'ansia può
contribuire al fallimento ed è consigliabile invece di
concentrarsi sulla paura, pensare a cosa fare per meglio
raggiungere l’obiettivo.
Se ci si concentra sull’elaborazione di una strategia è
possibile superare l’ansia con facilità.
A differenza dell’ansia lo stress può diventare una grave
malattia che provoca danni alla nostra vita e addirittura il
decesso, come un killer silenzioso.
Lo stress è molto reale e può essere causato da fattori
interni - fisici, emotivi, affettivi, creativi - o esterni.
Stress è il risultato di una pressione o forzatura; lo stress ha
a che fare con la vita reale, con le relazioni, gli affetti e con
l’ambiente.
La vita in una città è frenetica, gli spazi limitati, i colori
tendono al grigio ed all’uniforme.
Il traffico, gli ingorghi, i semafori, i ritardi, le lunghe code ci
esasperano e ci sembra di essere sempre di fretta.
Il tempo diviene ritmo di lavoro, di studio, di riposo e la
percezione di stanchezza costante.
Lo stress è controllato nella maggior parte degli organi del
corpo dal cervello.
Questo è l'unico organo che detiene la chiave e decide il
risultato che lo stress avrà.
Proprio come il modo in cui il cervello è individuale a tutti,
le reazioni allo stress sono molto personali ed uniche per
ciascun individuo, pur con affinità storico-socio-culturali.
Vi sono modelli socioculturali che ci aiutano a capire di più
lo stress e la sua percezione individuale.
Nella società contemporanea occidentale l’individuo è sotto
pressione: dobbiamo essere conformi a tutti gli altri nella
società, rincorrere modelli economici effimeri che i mass
media ci propongono continuamente, sostituire il nostro
ego con un ego societario consumistico.
Lo stress è adeguamento socioeconomico ad un sempre di
più – il televisore al plasma più grande, l’auto più grande,
la casa più grande, più soldi, più debiti, più alti, più magri.
Le persone hanno un loro life style che non è solo un
modello economico industrializzato, ancorché insostenibile
per l’ambiente e per l’immaginario.
La Natura che pur è protagonista delle paure ancestrali -
terremoti, eruzioni, inondazioni, valanghe, fulmini,
collisione con asteroidi e meteoriti, siccità, epidemie – si
contrappone allo stress moderno contemporaneo della
società occidentale industrializzata.
Il contatto con la Natura è armonico ed anti-stress.
L’aria aperta, la luce naturale, il silenzio, il cibo “naturale”, i
boschi, il giardinaggio, la compagnia degli animali ci fanno
stare meglio.
L’uomo contemporaneo soffre di ansia e stress planetario.
Il surriscaldamento del pianeta, il buco dell’ozono, l’inqui-
namento delle acque, l’estinzione delle specie vegetali ed
animali, la possibilità di collisione con asteroidi, l’epoca
nucleare, insieme alle tendenze millenarie del Homo
Sapiens di fare la guerra – dimostrando poca simpatia per i
contemporanei - sono il nostro immaginario.
Un immaginario pieno di ansie (paure inutili?) e stress del
consumo-non consumo che non garantisce un futuro al
pianeta che il modello economico industrializzato occiden-
tale globalizzandosi è riuscito a degradare in 100 anni.
L’ansia moderna diviene allora il futuro della vita che non
si sa quanto può costare e la sfida, lo stress, l’ecoso-
stenibilità che in pratica significa sopravvivenza.
Per l’uomo primitivo un fulmine costituiva uno stress
naturale fortissimo perché oltre al pericolo si avverte
nell’immaginario la manifestazione di una potenza
simbolico-spirituale.
Nella nostra epoca il timore del fulmine esiste, tuttavia la
pericolosa scarica elettrica che accompagna il temporale
non ha attributi divini.
Società evolute parallelamente al modello industriale
occidentale (indiani d’America, aborigeni, eschimesi e
molte altre minoranze culturali del “Terzo” Mondo)
definiscono la società occidentale contemporanea ansiosa e
piena di paure ridicole ed ingenue come per noi lo sono gli
attributi divini che il primitivo attribuiva al fulmine.
Volere sempre più, materializzare il senso della vita, toccare
e rovinare tutto sono i valori che si stanno globalizzando.
Attraverso l’immaginario queste culture diverse esprimono
il proprio essere differenti, come nella leggenda degli
indiani d’America delle “tormaline” - pietre elettriche (che
sono in qualsiasi strumento d’uso comune contemporaneo)
– che racconta: “Quando l’uomo avrà a disposizione le
tormaline l’uomo cesserà di esistere.” (Giovanni Ottelli,
2008)
Le tormaline
Conclusione
Lo stress indipendentemente dalle sue cause – teorie
psicologiche, psicoanalitiche o biologiche, o dell’evento
traumatico - è una riduzione dell’immaginario, la difficoltà
a strutturare nuove risposte psicofisiche adeguate, il blocco
del meccanismo cognitivo dell’insight quando la persona
non ritiene disporre delle risorse necessarie ad affrontare
una situazione percepita soggettivamente come continua-
tivamente troppo gravosa a livello fisico o emotivo.
Lo stress “psicosomatizzandosi” oltrepassa la sua stessa
definizione di forza non deformante e modifica il soggetto
limitandone l’espressione fisica o affettiva o manifestandosi
come perdita di creatività (società dei consumi).
Allo stress non ci si allena, ed esperienze stressanti ripetute
non rendono la persona più reattiva e felice. Purtroppo allo
stress, come un po’ a tutte le cose, ci si abitua e si da sempre
meno importanza a situazioni che negativamente riducono
le aspettative di vita e l’immaginario della persona.
Se il bambino cresce in un ambiente sociale armonico, in cui
si trova a suo agio e a causa di una precoce scolarizzazione
manifesta reazioni psicosomatiche – febbre, sonni inquieti,
sudorazione, irritabilità, eccessiva timidezza - è opportuno
rinviare la partecipazione costante ad attività scolastiche
quando, più cresciuto e strutturato, sarà in grado di
compiere le stesse attività con più gratificazione.
L’immaginario è una comunicazione tra corpo e psiche che
attraverso i simboli e gli archetipi da vita ai sogni: sogni
ossessivi, incubi o assenza di sogni per lunghi periodi sono
un segnale di stress elevato.

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Intuizione

Intuizione
di Piera Oreficini


Primo Capitolo

INFORMAZIONI GIOVANILI – (1883)
Brani tratti dalle lettere alla fidanzata
Il “Don Chisciotte” illustrato da Gustave Dorè
(Freud sapeva lo spagnolo e considerava questo romanzo
“il modello immortale di ogni romanzo umoristico”.)
Quando Don Chisciotte è messo nella giusta luce e
ridicolizzato, non è con mezzi grossolani come le bastonate
e le disgrazie corporali, ma con la superiorità della gente
che si trova nella vita reale.
La pinacoteca di Dresda
Credo di aver acquisto qualcosa di permanente.
“Madonna” di Holbein – devozione
Mi infastidivano i visi volgari e brutti delle persone, ma
seppi poi che erano i ritratti della famiglia del borgomastro.
La Madonna non è molto bella (occhi in fuori, naso lungo e
sottile, ma è la vera regina del cielo, come l’hanno
fantasticata i tedeschi).
“Madonna” di Raffaello (Sistina)
Quando mi fui seduto il mio pensiero fu: “Se tu fossi con
me.”
Ma anche contro quella madonna avevo una importante
obiezione.
Holbein disse: ”Né donna né fanciulla”.
Raffaello rispose: “Fanciulla”.
Contro la mia volontà, mi viene in mente che doveva essere
stata una affascinante creatura umana che risvegliava la
simpatia non del cielo, ma della terra.
A Vienna questa opinione è stata respinta come un’eresia.
”Cristo della moneta” di Tiziano
Questa testa è la sola verosimile che possiamo pensare
avesse un tal uomo.

BREVI ANALISI PER WILHELM FLIESS (1897-8)
da lettere
Poesia e “Fine Frenzy”
Il meccanismo della creazione poetica è lo stesso delle
fantasie isteriche.
Così Shakespeare aveva ragione di accettare poesia e
delirio.
(Il termine “complesso edipico” comparirà solo nel 1910)
“Edipo Re” e “Amleto”
Nel corso della mia autoanalisi…
Una sola idea di valore generale mi è sorta. Ho trovato
amore per la madre e gelosia verso il padre, e viceversa,
anche nel mio caso ed adesso ritengo che questo sia un
fenomeno generale della prima infanzia.
Se è così, si comprende l’interesse palpitante che suscita
l’Edipo Re.
Ogni membro dell’auditorio è stato una volta un tal Edipo.
Mi è passata per la mente che la stessa cosa possa essere alle
radici dell’Amleto.
Non alludo all’intenzione deliberata di Shakespeare, ma
credo che un reale avvenimento abbia spinto il poeta a
scrivere mentre l’inconscio che era in lui capiva l’inconscio
dell’eroe.
“Così la coscienza ci fa tutti vili” (Amleto, atto 3°, scena 1).
La coscienza morale di Amleto è il suo senso di colpa.
Il suo estraniamento sessuale durante il dialogo con Ofelia
non è tipicamente isterico?
Il suo disprezzo per l’istinto che vuole generare figli.
Non riesce egli, allo stesso modo stupefacente dei miei
pazienti isterici, ad attirare su se stesso la punizione, perché
è costretto a soffrire lo stesso destino del padre, è
avvelenato dallo stesso rivale?

EDIPO RE E AMLETO – (1899 )
(da “Interpretazione dei sogni”)
I genitori hanno la parte principale nella vita pratica
infantile di tutti gli psiconevrotici.
Non credo però che gli psiconevrotici si differenzino molto
a questo riguardo da altri uomini che rimangono normali.
I sentimenti di amore e di odio verso i genitori dei bambini
psiconevrotici ci fanno distinguere più chiaramente, per
semplice ingrandimento, ciò che accade in modo molto
meno chiaro e meno intenso nella maggior parte dei
bambini.
Edipo Re – leggenda e dramma di Sofocle
Laio, Re di Tebe
Edipo è figlio di
Giocasta
Un oracolo predice che Edipo ucciderà il padre.
Viene allora esposto lattante, ma salvato cresce come figlio
di re di una corte straniera.
Incerto della propria origine, interroga egli stesso l’oracolo,
che gli consiglia di star lontano dalla patria, o altrimenti
ucciderebbe il padre e sposerebbe la madre.
Si sta allontanando dalla patria quando incontra Laio e lo
uccide nel corso di una lite repentina.
Giunto a Tebe, risolve gli enigmi della Sfinge e i Tebani lo
eleggono re offrendogli in dono la mano di Giocasta.
Genera con la madre a lui sconosciuta due maschi e due
femmine, e tutto è tranquillo, finché i tebani, a causa di una
pestilenza, riconsultano l’oracolo.
Qui comincia la tragedia di Sofocle.
I messi portano il responso: la pestilenza avrà fine quando
l’uccisore di Laio sarà espulso dal paese.
Ma dove si trova costui?
L’azione della tragedia consiste nella rivelazione,
gradualmente approfondita e ritardata ad arte –
paragonabile al lavoro di una psicanalisi – che Edipo stesso
è assassino e figlio di Laio e Giocasta.
Travolto dalla mostruosità dei fatti commessi
inconsapevolmente, Edipo si acceca ed abbandona la patria.
L’oracolo si è avverato.
Edipo Re è una tragedia fatalistica.
Se il re Edipo riesce a scuotere l’uomo moderno non meno
dei greci suoi contemporanei, la spiegazione può trovarsi
soltanto nel fatto che l’effetto della tragedia greca non si
basa sul contrasto tra destino e volontà umana, bensì va
ricercato nella peculiarità del materiale su cui tale contrasto
si presenta.
Deve esistere nel nostro destino una voce pronta a
riconoscere la forza coattiva del destino di Edipo.
Il destino di Edipo ci commuove perché sarebbe potuto
diventare il nostro.
Re Edipo, che ha ucciso il padre e sposato la madre, è
soltanto l’appagamento di un desiderio della nostra
infanzia.
Ma, più fortunati di lui, siamo riusciti in seguito a staccare i
nostri impulsi sessuali da nostra madre, a dimenticare la
gelosia nei confronti di nostro padre.
Portando alla luce nella sua analisi la colpa di Edipo, il
poeta ci costringe a prendere conoscenza del nostro
destino, nel quale quegli impulsi, anche se repressi, sono
per sempre presenti.
Come Edipo, viviamo inconsapevoli dei desideri, offensivi
per la morale, che ci sono imposti dalla natura, e dopo la
loro rivelazione noi tutti vorremmo distogliere lo sguardo
dalle scene della nostra infanzia.
Nel testo della tragedia si trova indicato in modo non
equivoco che la leggenda di Edipo è tratta da un
primordiale materiale onirico, che ha per contenuto il denso
turbamento del rapporto con i genitori attraverso i primi
impulsi sessuali.
Anche oggi il sogno di avere rapporti sessuali con la madre
è frequente in molti uomini, che lo raccontano indignati
e sorpresi. Esso è la chiave della tragedia ed il
completamento del sogno della morte del padre.
La favola di Edipo è la reazione della fantasia a questi due
sogni tipici e, nello stesso modo in cui i sogni di adulti sono
vissuti con sentimento di rifiuto, così la leggenda deve
accogliere nel suo contenuto anche onore ed autopunizione.
Nello stesso terreno dell’Edipo si radica un’altra grande
creazione tragica: l’Amleto di Shakespeare.
Mutata elaborazione della medesima materia.
Nell’Edipo, l’infantile fantasia di desiderio che lo sorregge
viene tratta alla luce e realizzata come nel sogno.
Nell’Amleto permane rimossa e veniamo a sapere della sua
esistenza (come in una nevrosi) soltanto attraverso gli
effetti inibitori che ne derivano.
Si può rimanere perfettamente all’oscuro del carattere
dell’eroe.
Il dramma è costruito sull’esitazione di Amleto ad
adempiere il compito di vendetta assegnatogli. Il testo non
rivela quali siano cause o motivi di questa esitazione.
Secondo la concezione tuttora prevalente, che risale a
Goethe, Amleto rappresenta il tipo d’uomo la cui vigorosa
forza di agire è paralizzata dallo sviluppo opprimente
dell’attività mentale.
La funzione drammatica dimostra che Amleto non deve
affatto apparirci come una persona incapace di agire in
generale.
Lo vediamo agire due volte:quando uccide colui che origlia
dietro al tendaggio (qui è spinto da un improvviso
trasporto personale) ed in modo premeditato – quasi
perfido – quando manda i due cortigiani alla morte a lui
stesso destinata.
Che cosa lo inibisce nell’adempimento del compito che lo
spettro di suo padre gli ha assegnato?
È la particolare natura del compito stesso.
Amleto può tutto, tranne compiere la vendetta sull’uomo
che ha eliminato suo padre prendendone il posto presso sua
madre, l’uomo che gli mostra attuati i suoi desideri infantili
rimossi.
Naturalmente può essere solo la personale vita interiore del
poeta, quella che si pone di fronte a noi nell’Amleto.
(Il dramma è stato composto da Shakespeare
immediatamente dopo la morte del padre.)
Nello stesso modo in cui ogni sintomo nevrotico, ed il
sogno stesso, sono possibili di sovrainterpretazione (cioè di
interpretazioni molteplici), anzi la esigono per essere
totalmente compresi, così anche ogni autentica creazione
poetica sorge da più di un motivo, da più di un impulso
nell’anima del poeta ed ammette più di una
interpretazione.

Personaggi poetici sulla scena
Scopo del dramma è quello di suscitare pietà e terrore.
Suo intento è di far scaturire fonti di piacere o di godimento
dalla nostra vita affettiva.
(Motto Spirito: fonti piacere come attività intellettiva).
L’assistere come spettatore al ludo scenico dà all’adulto ciò
che il gioco dà al bambino.
Lo spettatore vuole essere un eroe e gli autori e attori glielo
consentono, permettendogli di identificarsi in un eroe; gli
risparmiamo sofferenze e gravi apprensioni.
Il godimento dello spettatore ha come presupposto
l’illusione, ovvero l’attenuazione della sofferenza.
Le condizioni di godimento sopra citate sono comuni a
precise forme di composizione poetica.
Lirica
Sfogo di intense e varie sensazioni
Danza
Epica come godimento dell’eroe nell’ora del trionfo.
Il dramma scandaglia più nel profondo le possibilità
affettive: mostra l’eroe in lotta o per lo più nella disfatta
(soddisfazione masochista).
Commedia →
Viene risvegliata solo la
preoccupazione
Dramma
Tragedia →
La sofferenza diviene
realtà
Tema del dramma è dunque ogni genere di sofferenza
spirituale (non fisica, perché questa altera la sensazione
corporea al punto di porre fine ben presto ad ogni
godimento spirituale).


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MANGIOASTROLOGICO

MANGIOASTROLOGICO

di Roberto Bennati

Primo Capitolo



Mangioastrologico è armonia nel cibo per scelta e
preparazione anche con le caratteristiche astrologiche ed
energetiche della persona e dei suoi meridiani energetici.
La data di nascita e la posizione astrologica attuale
individuano la combinazione adatta per le differenze delle
caratteristiche energetiche mediante accorgimenti di scelta
e preparazione del cibo per migliorare il benessere.
L’alimentazione macrobiotica è armonica ed equilibrata.
Armonia deve collegarsi con ecosostenibilità.
Macrobiotica è cibo in armonia con l’energia della persona e
con l’ambiente, ed il suo pensiero è olistico, anziché
frammentario.
La macrobiotica è orientata ad un cibo sostenibile dal
pianeta per i processi produttivi, per il costo energetico,
per le risorse umane (commercio equo e sviluppo locale
sostenibile) ed invita a prediligere una dieta vegetariana
in quanto parte della “salute planetaria” che non è
scindibile dal benessere dell’individuo.
Il libro raccoglie e salvaguarda i valori delle espressioni
culturali e pratiche per un nuovo approccio alla
comprensione, protezione e rispetto dell’eredità culturale
di tutto il mondo.
L’armonia dell’astrologia orientale è completata dalla
macrobiotica, che con un cibo adatto, preferibilmente
vegetariano, permette all’energia di ogni persona di
realizzarsi al meglio.
La macrobiotica indica la qualità energetica dell’alimento
e gli effetti della preparazione del cibo per l’armonia
della persona: consiglia cibi e preparazioni semplici,
gradevoli e variate, privilegiando la considerazione per
l’energia del tempo ( stagione) e dell’individuo (tipologia).
A differenza delle diete che considerano calorie e
percentuali di elementi singoli presenti negli alimenti
(lipidi, glucidi, proteine, residui), la macrobiotica guarda
alla “qualità energetica” dell’alimento (espanso yin –
contratto yang).
L’energia determina la “qualità” del tempo ed imprime le
sue caratteristiche alla materia come al carattere con
relazione all’anno, alla stagione, al mese ed alla posizione
della particolare fase energetica considerata.

ECOSOSTENIBILITA’
In che modo si può parlare di astrologia per l’ecologia?
L’astrologia è un insieme di conoscenze organizzate per
predire il futuro inteso come ripetersi infinito di cicli non
identici, sempre distinti, ma comunque simili.
In particolare lo studio delle origini dell’astrologia, il suo
collegarsi prima della diffusione della scrittura ai simboli, la
necessità con l’affermarsi dell’agricoltura – l’umanità
considera opportuno costituire la base della propria
alimentazione con i cereali - di uno strumento, il
calendario, che fosse comprensibilmente semplice, ma
esatto, attribuisce all’affermarsi dell’astrologia un legame
con le scelte dell’alimentazione.
La coltivazione dei cereali appare come un percorso
ciclico, ed il calendario proporziona la conoscenza perché
il processo continui a ripetersi.
E’ tale il valore di questo strumento che vi confluiscono
vari elementi: calcolo, cosmogonie (Proserpina, Natale, etc)
e simbologie.
La concezione del tempo come scorrere di energia precorre
la teoria della relatività e la rappresentazione della ruota
o cerchio come ciclicità del tempo induce ad infinite
riflessioni (ciclo infinito delle vite e delle
reincarnazioni, mandala, orologio suddiviso come lo
zodiaco).
L’agricoltura permette alla conoscenza del tempo di
integrarsi nella dimensione del calendario suddividendo le
caratteristiche di ogni periodo come qualità energetiche:
alla primavera il risveglio, all’estate l’espandersi,
all’autunno il raccogliere, all’inverno la stasi.
L’energia del “tempo” imprime le sue qualità
caratteristiche alla materia come al carattere dell’individuo.
Il legame tra i cereali come base alimentare e l’astrologia è
stato un “processo storico” globalizzato dell’età neolitica.
L’astrologia orientale ha basato il suo sviluppo sulla
rappresentazione simbolico-numerica del calendario a
rappresentazione circolare – il Kanagi Garuma o “mezzo
manifesto dell’energia che crea” - ed ha trasposto il
medesimo calcolo in un’unità base – il quadrato dei nove
simboli - ripetuto 9 volte. Da questa origine “agricola”
dell’astrologia orientale deriva la predilezione in
macrobiotica per un’alimentazione orientata ad una base di
cereali variati. La macrobiotica raccoglie le conoscenze
“delle fasi dell’energia” in relazione agli alimenti e sostiene
un’alimentazione vegetariana, semplice ed armonica.
L’alimento vegetale è considerato “molto valido”, ricco di
ogni principio necessario ed infinitamente vario nelle sue
combinazioni.
La preferenza per l’alimentazione vegetariana rende
l’astrologia – orientale – orientata all’ecosostenibilità.
Ecologia come ecosostenibilità che un’alimentazione
eccessivamente basata sui derivati animali come “necessari
e dotati di pregio” non garantisce. Ecosostenibilità ed
armonia implicano la scelta vegetariana e considerazione
della vita degli animali, meno paura di pandemie ed anche
migliore salute.



ASTROLOGIA
(KI DELLE 9 STELLE)
Per lo zodiaco orientale l'anno 2007 è stato l’anno
del Cinghiale.
Il Cinghiale non è una costellazione, ma il nome di
un animale che foneticamente molto assomiglia - in
cinese “I”(cinghiale) - all'’attività agricola di letargo e di
immagazzinamento - “Irocuro” - del mese di dicembre.
Il Cinghiale corrisponde al segno zodiacale occidentale
del Capricorno ed è collegato al controllo della
temperatura corporea - meridiano di triplice focolare.
L'anno 2008 per lo zodiaco orientale è l'anno del Topo,
il cui nome in cinese “Ne” ricorda “Hitone”, seme e
radici. Il Topo corrisponde al segno dell'Acquario ed al
meridiano di vescica biliare.
I dodici segni astrologici rappresentano nello zodiaco
orientale l'influenza terrestre e non corrispondono a
costellazioni celesti.
Le dodici influenze terrestri erano in origine associate
ai dodici stadi di crescita e decadenza del ciclo annuale
dei cereali: seme e radici, assorbimento dell’acqua,
apertura, nascita, crescita, frutti, frutti maturi, frutti
colorati, raccolto, scelta del raccolto, scelta di nuovi semi,
letargo. I dodici nomi degli animali in qualche modo
foneticamente simili ai nomi agricoli più antichi vennero
introdotti circa 3000 anni fa con il diffondersi
dell'addomesticamento degli animali.

Segni Zodiacali Meridiani
Topo Acquario cistifellea
Vacca Pesci fegato
Tigre Ariete polmoni
Coniglio Toro intestino crasso
Drago Gemelli stomaco
Serpente Cancro milza
Cavallo Leone cuore
Pecora Vergine intestino tenue
Scimmia Bilancia vescica
Gallo Scorpione reni
Cane Sagittario costrittore cuore
Cinghiale Capricorno triplice focolare
Il ciclo dei 12 anni corrisponde alla rivoluzione del
pianeta Giove, ed al ciclo delle macchie solari, ed i segni
dello zodiaco divengono “anno del Cinghiale” (2007),
“anno del Topo” (2008), “anno della Vacca” (2009),
“anno della Tigre” (2010).
Le dodici caratteristiche si ripetono ciclicamente e vanno
associate le caratteristiche del mese a quelle dell'anno.
L’energia dell’anno è come una casa che ci ospita e ci
influenza profondamente. L’energia del mese è una
variazione che dipende dall’energia dell’anno.
Per l'astrologia orientale le dodici diramazioni
dell'energia terrestre creano solo le caratteristiche
fisiche, materiali e sociali , mentre le tendenze spirituali,
mentali ed emozionali sono create dalle 10 influenze
celesti che esprimono l'influenza del gene maschile.
Le influenze celesti seguono un ciclo di dieci anni e con
le dodici influenze terrestri creano 120 possibili
combinazioni. Il giorno è suddiviso in dodici ore doppie
ed i dodici segni zodiacali si collegano ai dodici organi
principali ed ai meridiani dell'energia.
Tuttavia la combinazione genera anche un flusso ciclico
di mutamento dell'energia con riferimento a 9 stelle al
polo nord che è detto “astrologia del Ki delle 9 Stelle”.
La progressione delle 9 fasi energetiche da un’attività
massima (9) ad una contrazione massima (1) ha uno stadio
intermedio (5), che rappresenta la condizione di
equilibrio.
La condizione di equilibrio corrisponde all'elemento Terra
neutro.
Gli elementi delle 10 influenze celesti yin e yang
(Legno YIN, Fuoco YIN, Terra YIN, Metallo YIN,
Acqua YIN / Legno YANG, Fuoco YANG, Terra YANG,
Metallo YANG, Acqua YANG), insieme alle dodici
influenze terrestri determinano la fase dell'energia.
L'astrologia del KI delle 9 Stelle rappresenta lo stadio
intermedio della progressione energetica tra una attività
massima ed una contrazione massima con il centro come
condizione di equilibrio (elemento Terra 5).
Yang
Yin
1 2 3 4 5
6 7
8 9
Il perfetto equilibrio dell’energia intermedia aveva
affascinato il matematico Gauss nello scoprire da bambino –
ma solo nel XIX secolo - la curva gaussiana sovrapponendo
i pollici delle mani aperte e contemplando la matematica
del 9 e non più decimale.
Intorno al perno della neutralità assoluta (e percepibile
come all’infinito finita) ruotano le 8 combinazioni di
Yin e Yang, che hanno proprie caratteristiche definite
in virtù dell’ ipotetico equilibrio dell’instabile elemento
Terra 5, centrale e neutro.
L'energia Terra 5 è assolutamente neutra, in equilibrio,
centrale (per la paradossalità della condizione all’infinito
dell’entropia, l’energia Terra 5 quando si polarizza assume
carica yang).
La rappresentazione dell’energia ruota intorno al centro
(casa Terra 5) nello spazio che è rappresentato dagli 8 punti
cardinali.
La rappresentazione delle tipologie dell’energia intorno
all’elemento assolutamente neutro in corrispondenza dei
punti cardinali è detta “Quadrato” (magico), “Ottagono”
(come nel mandala tibetano), “Kyu Sei Ki Gaku “ - Ki delle
nove stelle - per i giapponesi, “Luo Shu” per i cinesi o
“Mewas” per i tibetani, ed è basato sulla filosofia Taoista
delle 5 trasformazioni.
L’energia Yang (Metallo - padre) e Yin-Neutro (Terra -
madre) mescolandosi generano energie distinte: Legno,
Fuoco, Terra, Metallo ed Acqua, e le corrispondenti 9
tipologie:
1 Acqua Yin -Yang
2 Terra Neutro Yin
3 Legno (fegato), Yin Yang
4 Legno (vescica biliare) Yin Yin
5 Terra Neutro e Centrale
6 Metallo Yang Yang
7 Metallo Yang Yin
8 Terra Neutro Yang
9 Fuoco Yin
Ad ogni tipologia corrisponde una coppia di organi.
All’energia “Legno” – o Albero - corrisponde il meridiano
del fegato (energia Legno 3) ed il meridiano della vescica
biliare (energia Legno 4).
L'Astrologia Orientale KI delle 9 Stelle del Feng Shui si
sviluppa in Oriente dalle millenarie conoscenze di Cina,
Giappone, India e Tibet.
E' una conoscenza antichissima, molto precedente la
scrittura. In tempi moderni questo sapere si è diffuso in
Occidente in particolare con la Traduzione del “I Ching”,
uno dei “Libri dei Documenti” definito anche “libro
oracolare” (l’indicibile lavoro di traduzione di Richard
Wilhelm dal cinese all’inglese ebbe grande successo e
C.G. Jung scrisse la prefazione).
Quando “I Ching” è stato scritto non si è fatto mistero del
fatto che fosse molto più antico ed accanto alle parole
conserva il linguaggio dei Trigrammi, degli Esagrammi e
dei Numeri.
Il linguaggio degli esagrammi ha sempre un nucleo
simbolico e si fa risalire la sua origine al mito di un
leggendario savio (Fu Hi) che in tempi remoti scoprì le fasi
dell’energia.
Questo insieme di conoscenze è stato scritto 5600 anni fa
all'epoca e per volere dell'Imperatore Giallo, Huang Ti, ed
è detto “conoscenza della Scuola Imperiale”.
Come in una cosmogonia (Genesi, Poimandres) da
un’energia creatrice emerge il principio maschile, e quello
femminile, e mescolandosi generano.
L’Energia è Yang-maschile (linea continua -------) e
Yin- femminile (linea spezzata --- ---).
Per il movimento dell’energia (contro il paradosso
dell’entropia infinita dell’energia) Yang-maschile -------
-------
-------
si mescola con Yin-femminile ---- ----
---- ----
---- ----
ed origina trigrammi che ricevono due linee yang e
trigrammi che ricevono due linee yin.
La linea yang (luce) sale attraverso le linee yin (oscurità).
---- ---- Si ottiene l’energia legno yin.
---- ---- I trigrammi con due linee yin
---------
(oscurità) sono maschili.
---- ---- Si ottiene l’energia acqua,
---------- perfetto equilibrio tra yin e yang
---- ----
---------- Si ottiene l’energia terra yang
---- ----
---- ----
La linea yin (oscurità) sale attraverso le linee yang (luce).
---------- Si ottiene l’energia albero yin
---------- I trigrammi con due linee yang
--- ---
sono femminili.
---------- Si ottiene l’energia fuoco,
--- --- yin che appare yang
----------
--- --- Si ottiene l’energia metallo yang
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I Trigrammi si uniscono in esagrammi dalle 64 possibilità
(I CHING, Il libro dei mutamenti) e sono anche rappresentati
come:
Metallo 6
padre
Terra 2
madre
Albero3
figlio maggiore
Albero 4
figlia maggiore
Acqua 1
figlio medio
Fuoco 9
figlia media
Terra 8
figlio minore
Metallo 7
figlia minore
Alla “fase” dell’energia Legno (o Albero) corrisponde la
stagione della primavera, il pianeta Giove, il colore verde, i
meridiani di fegato e vescica biliare, l’est, la pazienza, la
crescita continua, il sapore acido.
Alla “fase” energetica del Fuoco corrisponde la stagione
dell’estate, il mezzogiorno, l’elemento idrogeno, il colore
rosso, il pianeta Marte, i meridiani del cuore e dell’intestino
tenue, del triplice focolare, della circolazione, il clima caldo
(sud), il calore, il sapore amaro, il ridere, la chiarezza, il
fanatismo e la stravaganza.
Alla “fase” energetica della Terra corrisponde la stagione
intermedia del “doyo” - 9 giorni prima e dopo gli
equinozi ed i solstizi -, il pomeriggio, l’elemento carbonio,
il pianeta Saturno, i meridiani dello stomaco/milza-
pancreas, il colore giallo, il clima umido (centro), il sapore
dolce, la comprensione e la compassione.
Alla “fase” energetica del Metallo corrisponde la stagione
dell’autunno, l’elemento azoto, il pianeta Venere, il colore
bianco, il raccolto, la pienezza materiale, la tristezza, i
meridiani dei polmoni e dell’intestino crasso, il sapore
piccante, il clima secco (ovest).
Alla “fase” dell’energia Acqua corrisponde la stagione
dell’inverno, l’elemento cloro, il pianeta Mercurio, il clima
freddo (nord), il colore scuro, la paura (ed il coraggio), i
meridiani di reni/vescica, il sapore salato.
Le “fasi” dell’energia si susseguono armonicamente,
ciclicamente – il legno alimenta il fuoco, il fuoco scalda
la terra, la terra si concentra nel metallo, il metallo si
scioglie nell’acqua, l’acqua nutre il legno – o anche
disarmonicamente e velocemente nel ciclo di controllo o
distruzione – l’acqua spegne il fuoco , il fuoco fonde il
metallo, il metallo taglia il legno, il legno stringe la terra,
la terra ferma l’acqua.
Ciclo di controllo
L’energia Terra è rappresentata tra la “fase” Fuoco
(massima espansione) e la “fase” Metallo (tende alla
massima concentrazione materiale), ma la caratteristica di
equilibrio assolutamente neutro della “fase” Terra è di
essere sempre centrale.
L’energia percorre il suo ciclo mai uguale eppure all’infinito
ripetitivo.
Il momento dell’unione dell’energia Yang e Yin è dato
dal rompersi dell’equilibrio della fase della neutralità
assoluta (elemento centrale Terra 5 - neutro) che per
l’impossibilità di conservare all’infinito la condizione
entropica, si polarizza verso lo Yang.
Quando la fase dell’energia è in equilibrio, viene
rappresentata al centro - senza un trigramma -, perché non
potrebbe descriverla, ma che ne lascia intuire attraverso il
vuoto la sostanza che rappresenta, quello che deve essere
perché l’energia esista e quindi si manifesti.
L’energia per la propria assoluta neutralità ha le
caratteristiche dell’assoluto perfetto indescrivibile
equilibrio che l’uomo delega ad un “Sé” che lo ha creato
e del quale può solo percepisce il riflesso nella Natura e
nella realizzazione del suo “sé”.
Le “fasi energetiche” sono il mezzo per cui l’energia che
crea si manifesta, quando per l’impossibilità all’infinito
dell’assoluta entropia dell’energia – proprio per la
caratteristica dell’energia che è di fluire e quindi di
muoversi – l’equilibrio dell’assoluta neutralità si rompe e
l’energia Terra 5 si muove verso la “fase” neutro Yang-
positivo (dal centro verso nord est).
In altri termini la perfetta indescrivibile assoluta neutralità
della paradossale condizione di entropia all’infinito – come
per le rette parallele nella geometria non euclidea – si
scarica cedendo elettroni e spostandosi verso la polarità
positiva.
Il movimento dal neutro assoluto (centro, Terra 5 ) verso il
neutro positivo (nord est , Terra 8) per cessione dell’energia
– scarica – genera il movimento per il quale l’energia esiste,
essendo sua condizione mutare.
Alla fase dell’energia Terra 8, nord est, corrisponde la fine
dell’inverno ed è per questo che l’anno orientale si calcola
dal 4 febbraio.
massimo
equilibrio
minimo
4 3 2 1 9 8 7 6 5
4 3
Alla “fase”di massima espansione e di massima contrazione
è corrispondente un intermedio equilibrio dal quale
l’energia inizia il nuovo ciclo.
La polarità dell’energia in positivo, negativo e neutro,
e le sottili dinamiche sono in relazione alla conoscenza
di millenni passati incredibilmente moderne.
La direzione del flusso energetico varia nei solstizi
invertendosi da dicembre a giugno.
La progressione energetica è ascendente dal mese di
dicembre a giugno: Legno 3, Legno 4, Terra 5, Metallo 6,
Metallo 7, Terra 8, Fuoco 9, Acqua 1.
Da giugno a dicembre la progressione si inverte: Legno 3,
Terra 2, Acqua 1, Fuoco 9, Terra 8, Metallo 7, Metallo 6,
Terra 5, Albero 4.

IL QUADRATO MAGICO
Il quadrato “magico” o “quadrato dei nove numeri”
considera 5 distinte tipologie energetiche:
legno verde fegato
fuoco rosso cuore
terra giallo stomaco
metallo bianco polmoni
acqua scuro reni
I 5 elementi trasformandosi determinano le 9 “fasi “
dell’energia (Acqua 1, Terra 2, Albero 3, Albero 4, Terra 5,
Metallo 6, Metallo 7, Terra 8, Fuoco 9) nel ciclo di nove
anni.
La rappresentazione del “Luo Shu” è detta “quadrato
magico” anche perché la somma di ogni riga orizzontale,
verticale o diagonale da sempre il risultato 15.


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