mercoledì 8 ottobre 2008

500 anni di storia, 500 di scoperta, 100 di mito

500 anni di storia, 500 di scoperta, 100 di mito
di Giovanni Ottelli


Capitolo primo

Egitto: l’unificazione dell’antico Egitto permise la
sistemazione di terreni adibiti a coltivazione, grandi
aree desertiche o paludose vennero bonificate ed
adibite alla coltivazione di cereali ed ortaggi,
sinergendo nella pastorizia e nella pesca. Le acque
del Nilo fertilizzarono il deserto, crebbe il fabbisogno
alimentare. In questo periodo nasce il culto del
Faraone, sempre presente ed onnipresente, la sua
comparsa fastosa, la sua residenza eccelsa, la sua
vita post-terrena immutabile nel tempo. Le arti
ricordano e ricorrono le sue clamorose ed imperiose
gesta, le battaglie, le onoranze, l’astralità.
Si raffigura il percorso delle tenebre nel mondo
dell’oscurità, con uno stile che rimase imperturbabile
per millenni: corpi rigidi, schemi volumetrici, spazio
del costruito in rigide proporzioni volumetriche a
gerarchia sociale. La rappresentativa composita non
prospettica, ma ortogonale. Tale metodo espressivo
influenzò gli Assiri, evidente l’utilizzazione della
metodica nella scultorea del Leone; nella vista di
fronte si evidenziano le gambe anteriori, nel profilo
si nota la zampa traversa, la prima immagine
conferisce stabilità e sicurezza, la successiva oltre a
rendere più dinamica la composizione conferma la
potenzialità offensiva, fenomenica contro culti e
genti diverse. Nello scorcio prospettico l’animale
possiede cinque zampe.
Periodo Menfita: fiorisce l’arte funeraria e la
pittura tende al naturalismo, ma è frenata dalla
composizione statico-dogmatica richiesta a Corte.
Nell’architettura, Imotep, evolvendo le Mastaba
(tombe dei funzionari delegati) cerca di attuare la
tomba per il Faraone, bella storica percettiva.
Dapprima la piramide è ottenuta per sovrapposizione
di serie di Mastaba decrescenti, successivamente
viene adottata la soluzione classica liscia, sinonimo
di perfezione della percettiva e del senso d’im-
mortalità eterna che idealizza il dio-sovrano.
Periodo del Regno (2000 a.C.): appare la statua-
cubo, le figure umane vengono incise nella pietra
accovacciate, il corpo nascosto dalle vesti.
In evidenza rimangono viso, mani e piedi. Si tratta
di una metamorfosi sociale; in questo periodo
definito di benessere e progresso fioriscono le arti
minori, il mosaico, l’oro, lo smalto, la ceramica.
Periodo del nuovo Regno (1600 a.C.): molte
pitture ad indirizzo naturalista nella Valle dei Re
rappresentano grazia e delicatezza; si rappresentano
la vita sociale, la caccia, la pesca.
Periodo Saita (650.a.C.): si cerca di far rivivere il
concetto storico iniziale del primo periodo, le
rappresentazioni esprimono la volontà di far rivivere
le forme dell’antico impero denotate da fondi chiari
nella pittura, naturalmente non arrivando alla
vigorosità del passato. Nelle opere minori, durante il
regno di Amenfi IV, il paese ebbe un pieno sviluppo
espressivo naturalista, successivamente ripudiato
dalla medesima oligarchia egizia. Opera notoria di
questo periodo è la famiglia reale dipinta in
scenografia naturalista; nonostante
il riserbo dell’immagine reale, la visione naturalista è conside-
rata volgare e pericolosa da esporre.
Tutankhamon rinnegò il naturalismo realista e
distrusse molte opere che proponevano innovazione
sociale. Nel concetto del doppio, la statua è
personificazione vivente nelle sue funzioni
teocratiche. La statua “il Faraone”, circondato dai
propri vassalli di corte collocati come doppi nella
composizione, comandano e osservano dall’aldilà,
sia nel presente storico che in un probabile futuro,
garantendo agli spettatori la benevolenza degli astri,
che sfocerà nel monoteismo. Le vedute ortogonali,
convenzione per la figura umana, sono un modo di
volgere al pubblico esemplificando la propria
integrità strutturale e personale. Tale forza espres-
siva sarebbe oscurata da una visione prospettica e
non confacente al codice etico religioso dell’antico
Egitto. Nel medesimo tempo, con uguale principio
filosofico, la scultura traduce in immagine primaria
semplice (quadrato, cerchio, triangolo), senza che
alcuna linea mossa intacchi lo schema compositivo.
Nel concetto del doppio si teme che la
rappresentazione del nuovo possa instaurarsi nel
doppio reale, realizzando quindi uno sviluppo del
suddito. Le rappresentazioni di carattere celebrativo
assumono jeratismo dogmatico e, nonostante la
tendenza naturalista dell’artista artigiano, la
richiesta di corte lo porta verso un astrattismo
stilizzato, ritenendo volgare il naturalismo che
infrange lo spettatore con l’illusione del reale.
Creta: contemporaneamente ai grandi imperi
centrali assiri ed egizi, nel mar Egeo fiorisce la cul-
tura mediterranea. Società di tipo autoritario, con-
servatrice, ma contraria ai formalismi di corte e in
genere all’arte funeraria. Questo agire diversamente
sui dogmi liberalizza la psiche, che alimentata da
scambi etnico commerciali e interpersonali dovuti al-
la favorevole posizione geografica, sfocia in
un’espressione artistico-pittorica bellissima. Qui la
tecnica sposa il non-spazio asiatico, approdando ad
una coloristica tonale propriamente mediterranea e
tutt’ora presente in artisti internazionali. L’immagine
pittorica diventa immagine di vita, ed impone al
presente un ordine evolutivo. Oltre alla visione
ortogonale, si determina nella figura l’individualità di
cogliere il movimento personale (nascita del
concetto di cittadino), differenziando gli uni dagli
altri con bellezza propria. Nel periodo di maggiore
evoluzione, a Knosso, si vivacizzò un’evoluzione
espressiva fantasiosa. Antecedentemente lo stile era
influenzato dal geometrismo neolitico, seguito dal
periodo Arcaico tendente al modulo ripetitivo.
Dapprima forme statiche percettive, succes-
sivamente esse si alleggeriscono nel realismo,
diventano poi volatili per rinchiudersi quindi in un
rigido astrattismo mentale. Anche la scultura, che
possiede la terza dimensione, è usata come la
pittura mezzotono, in bassorilievo gli interlocutori.
In architettura, la disposizione casuale del costruito
senza regole apparenti sbalordisce l’etica greca, in
latino labirintus esplica caos o intrigo caotico, da cui
è difficile districarsi o trovare l’uscita, mentre per i
cretesi vuol dire palazzo. A Creta si costruì il primo
teatro, le donne si cimentano in molteplici attività,
dal pugilato alla tauromachia: questa espressione
artistica spiega il passaggio da suddito a cittadino,
metamorfosi sociale ove inizia lo stato di pensiero
individuale, propulsore dello stato di diritto. Le figure
pittoriche vengono normalmente dipinte a due toni,
più chiare le donne, che generalmente vivevano
più appartate. I palazzi non avevano bisogno di
fortificazione, ma declinavano dai colli alternando
piazze, scale ed abitazioni. Il palazzo è la vita della
città, polo mercantile ed affaristico, politico e
religioso, modello storico assimilato dalle città stato
(polis) greche. Le pitture sono piatte e profilate, la
tonalità è luminosa ed il contorno è stilizzato e
ritmico: non spazio asiatico a sfondo mitologico
naturalista con luce mediterranea.
Nella civiltà Micenea si evidenziano temi a carattere
manifatturiero-metallico, la città è contornata da
fortificazioni, dato che il mare, essendo Micene sul
continente, non la proteggeva come l’isola di Creta.
Penisola greca: le genti greche ebbero molti
legami con varie culture – sumera, assira, fenicia,
cretese. Inizialmente sulla penisola ellenica e sulle
coste dell’Asia minore si stanziarono tribù miste –
Ioni, Achei, Dori. I Dori, arrivati per ultimi, non
assimilarono dalle civiltà preellenistiche, ma di-
sposero un ordine diverso che ebbe massima
espressione e fusione espansiva nella città di Atene.
Le correnti che si susseguirono dopo la fase Arcaica
sono la Dorica e la Ionica, la prima esprime una
massa di movimento appena accennato, la seconda
grazia, eleganza e leggerezza. L’arte Attica di Atene
è caratterizzata da un plastico chiaro e scuro che
alleggerisce la struttura Dorica senza affievolirne la
forza. Il risultato è un equilibrio doverosamente
sistematico; analogo alla forma sociale democratica
influenzata dal potere aristocratico. Democrazia
verso un naturalismo progressista, aristocrazia che
si manifesta in forme rigide, arcaiche, conservatrici.
Nel primo periodo classico l’equilibrio e la misura
filtrano passioni, movimento e forza. Nel secondo è
più evidente il naturalismo pagano o non spirituale.
Politicamente, in questa fase la borghesia sostituisce
le proprie virtù di scienza e cultura con quelle
familiari della aristocrazia. Sono questi i “Bit”
informativi che il libero cittadino greco pagante i
tributi può acquisire da dotti e studiosi. Le verità
provvisorie della scienza e della medicina non sono
più tangibili come la matematica, ma sono ora
sottoposte a costante ed oggettivo sviluppo. Il
metodo della proiezione ortogonale viene tralasciato
dai greci, la struttura prospettica, il movimento ed il
volume sono i temi di considerazione per artisti ed
artigiani. La pittura greca murale è praticamente
inesistente, mentre si hanno nel vasellame disegni e
decorazioni bellissime, come gli scorci prepro-
spettici generalmente a due colori. In una Grecia
geograficamente rotta fra est e ovest, il cittadino
poteva acquisire dalla società civile molte nozioni
scientifiche, partecipò quindi alla diffusione della
scienza, della filosofia: l’uomo cittadino può, per la
prima volta, controllare tramite la propria ragione la
religione non più giustificatrice di potere assoluto.
L’Olimpo è il modello di pensiero pseudo-aninista
mitologico: Giunone è terra e madre, Giove è il sole
ed il fuoco, Nettuno è padre, acqua, madre; con la
considerazione di altri agenti atmosferici si pone la
similitudine comparativa con l’antica teoria del vuoto
e pieno, l’equilibrio, il tao, lo ying e lo yang,
Aristotele, Platone, naturalmente con l’animismo
tipico delle culture semistanziali del bacino
mediterraneo. Oltre ad innalzare statue ai potenti
dei protettori per la società, nella quotidianità,
furono venerate divinità legate al mondo allegorico e
contadino, le passioni sorte dalle acque, Mercurio
postino degli dei e protettore dei commerci. Il dio
Bacco oltre che protettore della campagna e dell’uva
è da collocare come tramite spirituale al mondo dei
sogni e dell’aldilà, allo spazio tempo. Nella filosofia
l’uomo greco cerca la verità, la ragione, il concetto
con la forza del pensiero, non attraverso il mito della
religione. Pitagora e Socrate sviluppano la ricerca in
molteplici direzioni: Platone influenzerà le arti
figurative, proponendo simboli riferimento di realtà,
l’insieme di fenomeni da studiare e coordinare in
sistema unico. Grande sviluppo della filosofia è da
accreditare ai Fenici che insegnarono l’alfabeto.
La scienza osserva, cerca di scoprire leggi mate-
matiche, l’astronomia, la geometria e l’ottica sono in
grande sviluppo, l’anatomia perfetta cerca il bello
ideale proporzionato, la matematica può progettare
intere città, nasce l’urbanistica. La cultura greca
realizza la commedia e la tragedia a completa
espressione di danza musica e poesia.
Etruschi: la pittura etrusca è complemento delle
tombe. La tecnica del dipinto, il mezzo fresco (strato
sottile di intonaco); i temi vogliono sostituire lo
spettacoloso mondo dei vivi, infatti prevalgono scene
di costume, musicanti, danzatori, ginnasti. Si tratta
di scene di vita sociale, raffigurazioni mitologiche
minori derivate dalla pittura del vasellame.
Il realismo delle opere è nell’accentuazione della
mimica espressiva e nell’intensificazione coloristica
che determina carica emotiva e vitale. Si vuole
rompere l’oscuro sepolcro con immagini vive
socialmente, cercando di stimolare i morti,
stimolando così il proprio interesse per la vita.
La pittura etrusca parla forte, forse a scapito della
qualità pittorica, smovendo la condizione precaria tra
essere e non essere. 5000 anni fa, nel 3000 a.C.,
grandi civiltà si stanziarono nel Mediterraneo; in
Europa il modello evolutivo fu dapprima paleolitico,
e successivamente neolitico: la civiltà Villanoviana si
sviluppa in Italia centrale; nel cuore di questa
società si sviluppa l’arte etrusca (700/400 a.C.), che
fu di breve durata, e nonostante le varie influenze
essa si differenzia per una carica di vitalità
esasperata, contrariamente a quella greca che
spiritualizzava con regole di armonia, di ordine ed
individualità. Le pitture etrusche sembrano un’ap-
parizione realista, immagini leggermente stilizzate,
dalle quali traspare un forte legame con l’oltre-
tomba. Per gli etruschi la medesima vita terrena era
tappa iniziale verso la vita eterna che inizia con la
morte, in contrasto con l’incerto Olimpo greco. L’arte
etrusca esalta la sicura materialità, accenna aspetti
senza preferenza per il bello ideale, l’arte esprime
una concezione anticlassica, gusti ed atteggiamenti
dell’epoca contemporanea. La civiltà etrusca è ligia
alle proprie tradizioni perché impregnata da un
profondo senso di dualismo vita-morte.
Arte storia società funzione dell’arte.
L’espressione è invenzione artistica: l’artista e la
propria cultura sono compartecipi; la perdita della
funzione pratica dell’arte inizia nel 1800 d.C. Fattori
principali sono la fine delle monarchie e delle corti;
con la nuova era si sviluppa la diffusione in massa di
oggetti prodotti in serie, le riproduzioni d’immagine.
Tuttora in altri continenti ed in modelli preindustriali
l’immagine originale continua ad illustrare come in
passato il presente quale immagine di contem-
poraneità alla storia ed a funzioni magiche o
religiose. L’arte come riflesso della storia legata
all’ambiente sociale. Esistono naturalmente moltepli-
ci forme d’arte, diverse però ugualmente valide ai
presupposti paradigmi cultuistici e culturali. Nella
preistoria era pratica propiziatoria per la caccia e per
pesca; nella cultura della Mesopotamia, egizia e
romana fu strumento di celebrazione del sovrano.
L’arte ha favorito il diffondersi del Cristianesimo, in
periodo di analfabetismo rinascimentale l’arte è
strumento di diffusione culturale. Nel 1600 d.C.,
l’arte servì la chiesa, la sfarzosità Vaticana, in
contrasto con le chiese riformate. Tesi antitesi del
Bernini-Borromini, nel 1700 d.C. l’arte celebrò il
potere di Versailles; il neoclassico da gesta e sfarzo
a persone del presente, instaura la retorica, idealizza
gesta passate storiche determinate.
Ruolo dell’Artista: trasformandosi la funzione
dell’arte si trasforma il ruolo dell’Artista, l’artista
stregone ammirato e temuto per presunte facoltà
sovrannaturali, artista dignitario di corte, anonimo
tecnico capace di realizzare opere, gloria, gesta
imprese, artista che fabbrica gioielli, decora chiese,
da vita a forme grezze, collabora assieme alla
comunità alla costruzione di cattedrali. Verso il 1400
d.C. afferma la propria individualità di uomo di
cultura, scienziato, musicista, poeta, e successiva-
mente, fino al 1800 d.C. opera come intellettuale di
corte, professionista a servizio degli ordini ecclesia-
stici. Successivamente il mercantilismo coloniale ri-
versa nelle banche denaro borghese, nasce la figura
dell’artista borghese, non voluto dalle corti, sempre
meno cercato dalla chiesa, per vivere deve vendere
la propria forza lavoro o la propria arte, si sviluppa
un mercato basato sulla domanda e sull’offerta.
Gli artisti più conosciuti e quotati di solito sono
anche indirizzati da recensioni critiche ed operazioni
finanziarie.
Arte rupestre Camuna
Nel centro della valle Camonica è situato il parco
archeologico chiamato “Naquame”. La Valle
Camonica è dislocata su tre livelli, da 200 a 2000
metri. Nella parte centrale vi sono migliaia di
incisioni rupestri, immagini rituali, attività economi-
che, proprietà, arnesi; alcune rappresentazioni sono
schematiche, altre accennano movimento, alcune
di aspetto naturalista, alternando interesse alla
globalità della forma ed al particolare. Il concetto
figurativo variò da figure isolate ad immagini
descrittive narrative ed evolutive: animali, armi ed
oggetti. Il simbolismo varia col variare degli
interessi; elementi quotidiani comuni nei vari
periodi: la caccia, i riti funebri; elementi variabili:
carri, aratri, armi, utensili da lavoro. L’associazione
costante fra stili ed indici figurativi è l’elemento di
ricerca e suddivisione temporale cronologica. L’arte
Camuna per la propria dislocazione geografica
culturale, rappresenta come una scheda storico-
visiva indelebile il passaggio fra Paleolitico e
Neolitico. Il simbolismo riflette realtà psicologiche,
che cambiando determinano le cosiddette
fasi
evolutive. All’inizio i soggetti incisi sono isolati,
l’unità pittografia figurativa si identifica in un
disegno schematico, successivamente le figure
isolate vengono raggruppate con uno schema
compositivo rudimentale. Scene composte e com-
plesse sono in fase formativa, si intuisce un senso di
unione simbolica. Muta il concetto, il disco solare
viene abbellito da raggi, la posizione del gruppo
è ancora statica, il carattere compositivo ancora
al livello primitivo individualista. Appaiono scene
topografiche ortogonali, le scene di animali e le
composizioni complesse stanno gradatamente svi-
luppandosi, dando inizio alla terza fase, l’ulteriore
possibile suddivisione fra fase evolutiva e matura. Si
constata una composizione monumentale a parete
verticale, con aspetto armonioso e simbologia socio-
spirituale definita, le rappresentazioni più comuni
sono disco, pugnali triangolari, asce ed alabarde.
Nella successiva maturità si notano scene più pic-
cole a carattere rituale magico, piani urbanistici,
combattimenti. Inizialmente le incisioni sono immo-
bili e rigide, con senso assoluto, pongono l’artista
fuori dal tempo, mentre nella maturità sociale l’arti-
sta raggiunge un alto schema figurativo ed un
radicale mutamento di concetto. Armi ed utensili
dapprima rappresentati da soli, ora appaiono in uso
pratico comune. Le scene aumentano come aumenta
la società e la relativa simbologia magico religiosa;
le incisioni diventano immagine del quotidiano e del
privato dell’intera società. Le serie di incisioni do-
mestiche - cani, ovini, caprini - sono distinte e
posseggono una grande attenzione al particolare.
Naturalmente l’arte espressa nella zona è permea-
bile ed inquadrabile in un contesto più ampio e
generale dell’età della pietra Europea. L’uomo
primitivo appare probabilmente attorno a 7/9000
anni fa, da gruppi semi nomadi Paleolitici del bacino
del Mediterraneo. Tali popolazioni, durante i cambi
stagionali, sostavano periodicamente in luoghi pre-
stabiliti e cacciavano. Contemporaneamente altre
culture erano in un modello di vita sociale diverso.
Nel secondo periodo i ragguagli tecnici tramite le in-
cisioni sono dati da armi ed alabarde; successiva-
vamente sono i pugnali triangolari a pomo lunato,
riscontrabili nella cultura di Remedello: siamo nella
prima età del bronzo in Italia settentrionale; aumen-
tano le relazioni con Micene ed il Mediterraneo.

Maggiori dettagli http://www.lulu.com/content/4247295

2 commenti:

Unknown ha detto...

Giovanni Ottelli, un maetro d'arte la cui formazione consente di spaziare non solo geograficamente, ma anche a ritroso nel tempo. Caratteristica la delicatezza del linguaggio e della descrizione dell'arte.

Ivo Serenthà ha detto...

Molto interessante il vostro spazio,argomentazioni dettagliate su tematiche socio-culturali.

Complimenti

Per ciò che riguarda le foto dalla Norvegia,sono indubbiamente affascinanti,ma con la stagione invernale delle nostre latitudini,non vedo l'ora che arrivi la primavera.

Saluti,Marlow