mercoledì 24 ottobre 2007

Venerdì ero diversa dal solito

Racconto di Giovanni Micolucci

VENERDI' ERO DIVERSA DAL SOLITO


Occhi sicuri faccia sicura. Sprezzo per la gioia di tutti; contro ogni pregiudizio contro tutto. Qualche sguardo poche parole, voglia di sfogarsi e di buttarsi, assieme alle mie parole che sembravano lance a sfogare rabbia e nervoso. Ho vissuto una serata dedita al desiderio velato di conoscere me stessa, salvata solo dalla mia troppa esagerata voglia di non ferire nessuno dentro, di far pentire le loro scelte e ti rendi conto di quanto poco conta in quei casi aver paura vergogna di che? Di dire di aver bisogno di qualcosa che va contro l'amore contro tutto ciò che è stata religione ed è tuttora religione! Il fondale c'era, le voci anche. Scomparse poi in quello che io chiamo desiderio di verginità infranta, voglia di conoscere di oltrepassare qualcosa di così statico, carezze dolcezza e passionalità. Di certo altra donna consolata sarebbe del fatto, che non tutti avrebbero la mia stessa possibilità, o per lo meno avrebbero il coraggio di oltrepassare ogni limite, di spingere il tutto all'eccesso e di scrollarsi di dosso quella voglia repressa che quelle mie compagne avevano. Voglia di scherzare di sorridere su qualcosa di buffo… buffo era solo il nomignolo ma non il sentimento. Che gioia vederle perdersi in quel modo, lasciarsi andare; vedere incrociare i loro corpi con il mio e non riuscirsi a staccare l'uno dall'altra nei momenti di mancanza. Vedevo le loro mani unirsi accarezzarsi baciarsi nelle parti in cui non è osato dar vita alla luce, il caldo atroce diventa lieve respiro, la timidezza si trasforma in passionalità e diventa tutto un gioco di carezze di sguardi persi, di voglia di perdersi e di lasciarsi andare. Se qualcuno avesse visto… come si intrecciano così in modo assurdo forse avrebbe compreso quello che è in noi… Lasciarsi di botto, portare la calma, mentre si consumano gli ultimi sguardi, mentre si torna alla civile vita togliendosi di dosso le proprie carni e rimettendo nei giusti luoghi la propria vita… Sorridevo mentre loro una nel fianco e due alle mie spalle vedevano scorrere con me la strada nel continuo baciarsi… toccarsi… sfiorarsi… le sentivo calde… respirare vicino… mentre io evitavo ormai di entrare a contatto per tornare alla normalità… nemmeno una parola di saluto era quello lo scopo della serata… un sorrisetto due o tre mie parole così buttata all'aria… quasi a dire Arrivederci e grazie. Lasciando uno scontrino abbastanza pesante… perdita di un'unicità infinita… e nascita di qualcosa che ti fa pensare a quanto sia vicino il peccato umano e di come facile sia toccarlo nella sua passionalità... poco dopo ero spinta da altro caldo sentimento… la stavo portando al mare dove avrei potuto scoprire chi era nel profondo… ma non so perché come un sogno che svanisce così… anche io sono svanita ai suoi occhi… facendole dimenticare di ciò che stava per accadere… un piccolo pianto e voglia di accarezzare… una mia amica che tempo fa con la sua amicizia ha fatto male a me e la mia vita… rifiutando la mia nuova natura… ridonandomi ancora più tristezza di quella che avevo ricevuto… ma il suo sorriso è tornato il mio invece ora è ancora talmente lontano da ripudiare certi giorni e scene in cui tutti si illudono di sapere e non conoscono affatto la voglia repressa di vivere profonda nel mio cuore!!! La voglia di saltare da un lato all'altro della strada con la sola forza dei piedi… la voglia di appoggiarsi a qualcuna per dirgli ti Amo senza esser giudicata e stringerla forte… allora si donare il vero amore e forse quell'intrecciarsi di corpi avrebbe avuto un senso più grande non esplodere per il troppo volersi bene… ma mi domando quando i miei occhi potranno sorridere potranno davvero dire una parola senza esser giudicata? quando? forse in un'altra vita. Perché di altre vesti sarà il mio amore… a quanto pare destinata a restare sola destinata a vivere di ciò che i miei pensieri, la mia voce, la mia voglia di vivere di riflettere e di assaporare la vita porti in me il grembo della gioia repressa… Stupita come ti senti a sentire, tutto ciò che dentro ti accarezza? Che ti respira affianco, che ti fa sentire il peso di quello che è dentro il tuo bene represso straziato… Voglia di sfogarsi di appoggiarsi di non piangere più per ciò che è futile per ciò che per forza ha voglia di turbare il tuo sorriso… di questa natura repressa… E' un ricordo di una mia giornata e di te ora che ti ho trovata…

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